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MOVIMENTO PER L'ABOLIZIONE DELLA LEVA OBBLIGATORIA MILITARE E CIVILE

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I

IL SANGUINOSO PREZZO DEL SERVIZIO CIVILE

di Carlo Stagnaro



Quello che è successo il 28 settembre a Chiavari è ormai cronaca. Leonardo è un giovane di 25 anni, da poco laureato in fisica, e svolge il servizio civile. Il suo compito è quello di assistere gli anziani. Giovedì mattina stava guidando il furgone Bedford della Caritas, col quale portava Carlotta Storace, ottantasei anni, al centro di accoglienza in Via delle Vecchie Mura. Presumo fosse tranquillo, quel giorno, forse annoiato, forse invece contento di svolgere un lavoro utile a qualcuno. Mentre transitava nella centralissima Via Entella, il patatrac. Due operai al lavoro nella zona gli urlano di fermarsi. Il furgone sta andando a fuoco. Gli sforzi per spegnere le fiamme sono inutili, nonostante l'intervento immediato: il mezzo viene distrutto e la signora Storace perde la vita.
Alcuni testimoni riferiscono che, una volta fermato il furgone, Leonardo ha invocato aiuto e si è subito lanciato nel tentativo - fallito - di aprire il portellone per far uscire Carlotta. Altre persone presenti, subito "sparate" in onda da una rete televisiva locale, attaccano il giovane: "ha urlato di spegnere il fuoco, ma non ha detto che dentro c'era una persona". E Leonardo è finito in croce. Comincia a girare la voce che "probabilmente non verrà ritenuto responsabile di omicidio colposo". Sottintendendo che, se "probabilmente non verrà condannato", potrebbe pur sempre esserlo. La qual cosa è più che sufficiente a distruggere moralmente una persona già shockata abbastanza dall'accaduto.
Io non conosco bene Leonardo, anche se so chi è e ci ho scambiato qualche parola. E' un ragazzo normale, ha studiato, non ha mai fatto male a nessuno. Hai suoi sogni, le sue aspettative e i suoi progetti. Come tutti. Il problema è che lui, in quel momento, non doveva essere lì. Non ha alcun senso aggredire, in maniera peraltro vigliacca, una persona perché forse non ha saputo avere i nervi abbastanza saldi da agire nel modo corretto. Leonardo non era stato addestrato ad affrontare situazioni di emergenza. E non voleva esserlo, probabilmente, perché in caso contrario non avrebbe speso tanti anni della sua vita piegato sui libri a studiare la fisica. 
Leonardo era lì perché qualcuno, trincerandosi dietro il nome dello stato e la scusa del "benessere generale", lo ha rapito alla sua famiglia e ai suoi progetti per sbatterlo a svolgere il servizio civile. Non è lui che deve essere messo sul banco degli imputati. Certo, la magistratura verificherà se per caso il furgone non era più in grado di garantire un certo margine di sicurezza, o se i responsabili del buon funzionamento dell'automezzo abbiano per caso omesso dei controlli dovuti. Ma il primo e vero responsabile di questa tragedia è proprio lo stato.
Prendere una persona con la minaccia della forza e metterla a svolgere un compito tanto delicato è violenza e schiavismo. Naturalmente non ci vuole - in sé - una particolare professionalità per guidare lungo le vie di una tranquilla cittadina. Ma è necessario un certo grado di preparazione per saper affrontare situazioni di difficoltà o di emergenza. Una preparazione - e anche una predisposizione, un sangue freddo, una lucidità - che evidentemente Leonardo non aveva e non poteva avere. E' lo stato, e le sue leggi, e i parlamentari che le hanno scritte e le hanno spacciate per buone, che deve rispondere di omicidio. Omicidio doloso, non colposo: perché non ci si può nascondere dietro a un dito e pensare che tanto "certe cose non succedono". E' inevitabile che accadano quando si opera in queste condizioni, e bisogna rendere grazie a Dio se si verificano solo raramente.
Questo triste e tragico episodio dovrebbe essere lo spunto perché una qualunque delle mille associazioni per i diritti civili alzasse la voce per chiedere la fine di una strisciante forma di servitù della gleba. Invece gli unici - o quasi - a farlo sono quelli di "Né giusta né utile". I giornali e i politici locali ci hanno sommerso delle solite, fruste, roboanti dichiarazioni ma hanno accuratamente evitato di sottolineare l'unica cosa che andava messa in evidenza. In qualche occasione si sono addirittura dati allo sport nazionale della lapidazione di un innocente - anzi, di una vittima. 
E così, nonostante quello che è accaduto a Chiavari, la prossima volta che una qualsiasi Carlotta Storace verrà affidata alla buona volontà di un obiettore privo di addestramento e, in generale, di motivazione, saremo costretti, come lo siamo stati finora, a tirare i dadi nella speranza che tutto vada bene e che il Signore ci metta una pezza.


Né Giusta Né Utile
E-mail: abolisci-leva@ngnu.org
Movimento per l'abolizone della leva obbligatoria