Testimonianze di obiettori totali:
Massimo Tamburri
Mi chiamo Massimo Tamburri, ho 26 anni, mi manca qualche esame per
laurearmi in filosofia, da circa 4 anni lavoro a tempo pieno, come libero
professionista (con Partita IVA), nel settore delle ricerche di mercato.
Nella mia situazione, svolgere 10 mesi di servizio militare o civile
significa perdere il lavoro, e, come può immaginare qualsiasi libero
professionista che lavori per aziende, ben oltre i 10 mesi in cui sarei "a
carico dello Stato"... Tanto per capirci, per costruirmi l'attuale "parco
clienti", che mi garantisce vitto e alloggio, ho impiegato 3 anni...
Tutto ciò mi sembra una palese violazione dell'art. 52 della Costituzione
("Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla
legge. IL SUO ADEMPIMENTO NON PREGIUDICA LA POSIZIONE DI LAVORO DEL
CITTADINO...").
In pratica, lo svolgimento del servizio militare o civile avrebbe la
conseguenza di buttarmi in mezzo ad una strada per 2/3 anni almeno, con
seri problemi di sostentamento...
Eppure, le posizioni come la mia non rientrano nell'attuale regolamento per
le dispense (evidentemente pensato in tempi in cui ancora non imperava
l'outsourcing...).
Ho cercato soluzioni per 3 anni, insieme a 3 avvocati... nulla da fare...
se non una "strana" voce indiretta che, semplicemente, stabiliva un
"prezzo" per la dispensa: 20 milioni, e tutti a casa... mi ha fatto schifo!
Ad aprile di quest'anno mi è arrivata la cartolina: come avevo richiesto,
sperando di riuscire a conciliare i vari impegni, mi è stato accordato il
servizio civile, presso la Soprintendenza ai Beni Culturali (Palazzo
Venezia). Sono andato, e ho verificato che gli orari obbligatori erano
assolutamente incompatibili con la mia professione. Per cui, ho deciso per
l'obiezione totale...
Dopo qualche tempo mi hanno chiamato i Carabinieri per una dichiarazione.
Ora sono qui, in attesa. A volte sono turbato. Più spesso, ultimamente,
penso a quello che mi ha scritto un amico d'email... "Aspetto solo di
essere condannato, per appendere tutte le carte sopra al caminetto"...
Anch'io, da qualche tempo, ho cominciato a guardare all'ipotesi di subire
una condanna penale nella mia situazione, come ad un'ennesima conferma
dell'insensatezza di questa enorme organizzazione burocratica che qualcuno
si ostina a chiamare "Stato".
Se lo Stato siamo noi... io non mi riconosco nelle scelte di questo
"Stato"... e, purtroppo, m'accorgo di avere in mente tutto l'arco
parlamentare...
Sperando nelle associazioni, un po' amareggiato...
Massimo Tamburri