Dal Capitolo 2 (Il volontariato coatto)
"Ciao Valentina, in
questo newsgroup mi ricordi Robin Williams in Talk Radio :))"
- messaggio di
un obiettore, 1999
La burocrazia del servizio di leva è quanto di più complicato e oscuro esista. Ogni procedura ha il suo nome, i suoi tempi imprescrittibili e le sue procedure vessatorie per chi le subisce e discrezionali per chi ha il potere di attuarle. Le informazioni sono pochissime tanto che l'arbitrio dei potenti regna sovrano e l'ignoranza dei deboli è una colpa che si paga a caro prezzo. In queste condizioni chiunque sia in grado di dare qualche informazione diventa in breve tempo una celebrità: 'Santa Valentina' o la 'guru' dei coscritti, come talvolta sono stata chiamata.
Infatti, fra le attività svolte come presidente di Né giusta né utile - Comitato per l'abolizione della leva obbligatoria, militare e civile, fin dal 1998 mi sono occupata di rispondere alle varie domande dei coscritti, oltre che raccogliere le confessioni di chi la leva la deve subire. In questo modo ho potuto gettare uno sguardo in un ambiente oscuro, fatto di frustrazione, disperazione, (false) speranze, leggende metropolitane, ignoranza e tanta, tanta prepotenza.
Fra i coscritti, coloro che hanno accesso e confidenza con Internet sono prevalentemente obiettori. L'unico newsgroup esistente in materia si chiama it.sociale.obiezione (dove in realtà si parla prevalentemente di come evitare il servizio di leva). Per tutti questi motivi, inevitabilmente, le mie conoscenze e la mia esperienza si sono orientate sul servizio civile.
D'altro canto tutti conoscono vagamente cosa sia il servizio militare (anche se sarebbe più che mai interessante un approfondimento delle condizioni di vita dei coscritti militari). Invece ben pochi conoscono quel mondo variegato che passa sotto il nome di servizio civile, che ormai occupa circa la metà dei coscritti e che con la progressiva riduzione del personale di leva nelle forze armate finirà con l'occupare la maggior parte dei coscritti negli ultimi anni di leva del nostro paese.
Sono state inoltre presentate proposte per rendere il servizio civile obbligatorio e generalizzato a tutta la popolazione (non solo alle ragazze, ma agli studenti che non hanno buoni voti, agli anziani, ai disoccupati e ai cassintegrati). Il servizio civile obbligatorio, quindi, rappresenta un serio rischio per il futuro, mentre il servizio militare sembra ormai riguardare sempre più il passato.
I media, i politici e soprattutto gli enti di volontariato - che usufruiscono del lavoro coatto e gratuito degli obiettori - tendono tutti a presentarlo come una 'occasione' per i giovani, un'esperienza bellissima. Io, che ho assistito migliaia di obiettori, posso dire che nella maggioranza dei casi è un'esperienza deludente, frustrante e inutile, spesso anche avvilente e mortificante. Pochi hanno un buon ricordo del servizio civile. Chi ce l'ha in genere proveniva dal mondo del volontariato e ha avuto la fortuna di ritrovarsi in un ente che gli ha permesso di continuare a fare quello che già faceva come scelta. Altri fortunati sono finiti in enti che non si sono lasciati irretire dalla lusinga del potere assoluto su altre persone, e che hanno cercato di creare e mantenere un ambiente che rispettasse la dignità individuale. Nella mia esperienza questi enti sono eccezioni. In realtà, anche gli obiettori di questi enti se fossero lasciati liberi di scegliere, se ne andrebbero comunque a casa, mostrando quanto sia artificioso il clima di 'collaborazione' che tanti vantano.
L'equivoco nasce dal fatto che si è voluto considerare il servizio civile come qualcosa che ha a che fare con il volontariato, mentre è l'esatto opposto: un obbligo che lo stato impone a chi fa obiezione di coscienza, e come tale rientra a pieno titolo nella coscrizione.
[...]
Dal Capitolo 3 (Il servizio incivile)
Con quali aspettative, con quali speranze o illusioni una persona ‘parte’ per il servizio civile? C’è chi si aspetta di cominciare una bella esperienza, e c’è chi invece parte con la morte nel cuore. Nessun obiettore in genere è preparato alla ventata di indifferenza o diffidenza con la quale spesso viene accolto. La sua vita subirà un profondo cambiamento. Da allora sarà un 'obiettore', cioè un cittadino con diritti molto limitati, il sottoposto per eccellenza. Ma questo ancora lui non lo sa.
Il primo giorno gli enti dovrebbero far 'visionare' all'obiettore vari
documenti: la Convenzione fra l'ente e il ministero per l'assegnazione degli
obiettori, il piano d'impiego individuale in essa contenuto, il mansionario,
l'orario di servizio, l'assicurazione (solo da qualche anno), e infine un foglio
in cui l'obiettore afferma di aver preso visione di questi documenti e nel quale
rinuncia a rivalersi contro l'amministrazione pubblica in caso di incidenti.
Inoltre, l'ente consegna e fa firmare all'obiettore il 'cartellino', che da
allora in poi sostituirà i suoi documenti.
Accade molto spesso che gli enti
facciano firmare sbrigativamente agli obiettori il foglio di 'presa visione'
senza aver fatto loro vedere alcunché. È rarissimo che all'obiettore venga
consegnato il piano d'impiego. Questo è particolarmente grave perché tutto ciò
che esula dal piano d'impiego non è un compito che può essere imposto
all'obiettore. Se però questi non ha mai visto il suo piano d'impiego, non sa
quali siano le mansioni effettivamente obbligatorie (non sa neanche che esiste
un limite ai 'lavori' che possono essergli richiesti) e quindi accetterà di
svolgere tutti quanti i lavori che all'ente passerà in mente di chiedergli,
ritenendo che tutti quanti siano un suo dovere. Ecco perché sono rari gli enti
che fanno vedere il piano d'impiego, ancora di meno quelli che ne rilasciano una
copia all'obiettore.
Stefano Mazzone, dopo aver fatto ripetute richieste, anche scritte, del piano d'impiego, l'ha trovato per caso nella carta da riciclare:
«Il piano di lavoro degli obiettori precedenti è stato trovato in mezzo ad altri fogli scartati tra le fotocopie. Le mansioni enunciate sono molto diverse da quelle imposte. Si tratta di attività sociali, di supporto scolastico e aiuto rivolto ai minori che frequentano il Centro Sociale. Gli obiettori sono stati spesso, invece, adoperati per gli usi più disparati di manovalanza (portare pacchi ed oggetti pesanti, fare pulizie, lavorare come autista personale dei responsabili ecc.), quasi tutti di utilità personale dei responsabili dell'Ente (ad esempio valigie e pacchi dal contenuto vario da portare presso l'abitazione dove i responsabili si sono recati in vacanza)» 7.
Anche se l'obiettore può rifiutarsi di firmare qualsiasi foglio, questo non
l'esonera dal dover poi fare lo stesso i lavori previsti dal mansionario. Molto
spesso perfino le mansioni previste nel piano d'impiego sono illegali (es.
imboccare gli anziani in un ospizio, anche senza tessera sanitaria o formazione
alcuna; somministrare metadone ai tossicodipendenti; sostituire impiegati
pubblici nelle loro funzioni ecc...), ma firmando, l'obiettore dà in qualche
modo il suo avallo a questa illegalità e rende più difficile in seguito la
denuncia.
Paolo, per esempio fu mandato in un piccolo Comune vicino a casa:
«L'impatto [...] non è stato dei migliori; persone che facevano firmare fogli con poche spiegazioni a riguardo ed una sensazione di generale confusione. In seguito venni assegnato ai compiti più disparati. Fare le pulizie in una casa di riposo, contare monetine presso l'ufficio tributi, rispondere al telefono del centralino del comune, chiudere cimiteri, fungere da messo comunale e tante altre mansioni ancora (presso l'ufficio personale sono conservati tutti i nostri orari e relative mansioni di assegnazione). Il tutto, tengo a precisare, senza essere accorpato all'orario di nessun ente del comune».8
Spesso chi viene mandato in un'associazione di volontariato può anche non trovare nessuno ad aspettarlo, oppure può trovare qualcuno che gli apre la sede e lo lascia là. Possono passare anche settimane prima che qualcuno si degni di dirgli cosa deve fare. Massimo ha passato il primo giorno in un corridoio di un ministero insieme ad altri obiettori, aspettando che qualche funzionario avesse bisogno di uno di loro:
«All'inizio hanno fatto l'appello, poi hanno iniziato a chiedere: “Chi sa usare il computer?”. Chi ha risposto di si è andato a LAVORARE all'interno del Ministero. “Chi sa l'Inglese?”, ecc. ecc. Assurdo! Siamo SCHIAVI dello Stato!». Jonathan veniva impiegato nella biblioteca comunale quando c'era carenza di personale. «Io ho firmato il mansionario [...] pensavo di dover fare dei lavori che aiutassero i dipendenti quindi credevo che per “venirsi incontro” si intendesse dare una mano nel caso uno si trova un po' in difficoltà in certi momenti. Non un'abitudine del tipo “obiettore impiegato in biblioteca quando i responsabili sono in ferie!!!”».9
Ennio venne mandato a una pubblica assistenza:
«[arrivato là] mi vogliono far firmare due fogli di presa di servizio dove c'è scritto che ho preso visione della convenzione tra il ministero e l'A.N.P.A.S., ovviamente chiedo della convenzione, ma niente da fare, la convenzione non c'è [...]. In entrambi i fogli mi impegno ad attenermi alle norme (?) dell'ente e comunque agli ordini del Sig. M. V.».10
In breve Ennio scopre che le norme dell'ente sono che gli obiettori siano
presenti 24 ore su 24 nel capannone/dormitorio/deposito delle ambulanze (privo
di riscaldamento), con sole 4 ore di libera uscita al giorno, sempre pronti per
ogni emergenza che si presenti. Dopo alcuni mesi di denunce, richiami scritti e
litigi, Ennio viene posto in Lisaac (Licenza illimitata senza assegni in attesa
di congedo: una sorta di dispensa che viene concessa a chi è in servizio), ma la
Convenzione è tuttora aperta e decine di obiettori hanno fatto e fanno servizio
in questo ente.
Cristiano, in barba alla legge che impone l'assegnazione
entro i 100 Km dal luogo di residenza venne mandato da Pavia a Bolzano, dove
ebbe grossi problemi di integrazione... linguistica:
«A Bolzano sono bilingue e l'Ente a cui sono stato assegnato è tutto organizzato in tedesco (compreso il computer e relativa tastiera) e quindi io non sono utilizzabile. Ci sono altri due obiettori che prestano servizio insieme a me, ma loro sono del posto e parlano tra loro solo in tedesco (quindi non comunichiamo) oltre ad andare a mangiare e dormire a casa loro. Sono completamente escluso ed isolato. Il giorno 20 doveva entrare in servizio un quarto obiettore del posto ed il rappresentante dell'Ente (l'unica persona che mi parla in italiano) voleva rifiutare me (con mia grande gioia) e accettare Lui, ma il Distretto non lo ha permesso solo perché io iniziavo il 19 e lui il 20. Non parliamo poi dell'alloggio, non aspettavano uno da fuori e non essendo organizzati lascio a Voi immaginare quale sistemazione di fortuna mi abbiano trovato!».11
Talvolta il primo impatto è ottimo. Francesco per esempio, nonostante fosse
stato mandato molto lontano da casa, e nonostante fosse assai prevenuto per le
molte storie deprimenti che aveva sentito raccontare sul servizio civile, nel
suo primo giorno pensò di essere finito in un paese da favola, tanto era
splendida la sede del suo servizio: un'enorme villa con un vasto parco
verdissimo e un canale attraversato da due ponti dove nuotavano splendide
paperette, tartarughe e pesciolini. «Dopo aver visto quella villa magnifica
mi son detto di esser capitato in un piccolo paradiso terrestre e che i miei
timori precedenti non erano giustificati» pensò fra sé e sé. Ma ogni
castello ha il suo sotterraneo, e chiaramente nelle nostre favole sono gli
obiettori che ci finiscono rinchiusi.
L'alloggio si rivelò essere un tugurio
della peggior specie, pericoloso perfino per la salute di chi vi avrebbe dovuto
dormire. Stando ad oltre 400 km da casa, Francesco non aveva altra scelta.
«In quei momenti ho sentito tanto e tale sconforto che vedevo tutto nero, camminavo a fronte bassa e non parlavo con nessuno se non con l'obiettore che mi stava facendo girare il paese per farmelo conoscere. [...] Ero solo, lontano da casa, in un territorio fortemente agricolo dove si parla costantemente dialetto che mi escludeva da quasi tutti i dialoghi, i miei colleghi andavano a casa per pranzo, cena e dormire ed io ero l'unico a dover affrontare pesantemente la condizione di deportato senza nessun diritto. Lo sconforto era tale che volevo prendere la prima corriera e fuggire via da tutti e da tutto e denunciare la situazione. Ancora oggi non mi so spiegare perché non l'abbia fatto».13
Ci hanno insegnato che se ci adeguiamo, qualche vantaggio lo avremmo pure noi, perché qualcuno ci ricompenserà per la nostra accondiscendenza. Ed anche Francesco ha avuto le sue ricompense: se anche la sostituzione di personale era spudorata, almeno gli sono stati dati permessi e licenze con una certa liberalità (un attributo proprio di chi esercita il potere assoluto!).
«Purtroppo ho la spiacevole consapevolezza di far parte di un sistema di cose fuorilegge e che siano proprio queste a lasciarmi dei momenti liberi che altrimenti non avrei. In pratica sono nella situazione di chi deve chiudere un occhio (anche due) per avere dei vantaggi. Mi sento frustrato da una parte ed avvantaggiato dall'altra. [...] Mi sento un mafioso corrotto senza aver fatto nulla per esserlo. Non è tanto bello».14
Ed infatti non è tanto bello, ma non lo si dirà mai abbastanza: il servizio civile è l'educazione del suddito, non del cittadino, l'educazione all'omertà di fronte all'ingiustizia. L'insegnamento che se ne trae è che se si starà buoni e si collaborerà con il sistema, forse si potranno avere dei vantaggi e dei privilegi. Diritti mai, quelli sono per i cittadini liberi.
[...]
7) Testimonianza di Stefano Mazzone, www.ngnu.org "Mi mancano poche ore di servizio
civile,
poi ho finito di regalare il mio tempo agli impiegati
comunali
dell’ufficio politiche giovanili in cui presto servizio.
[...]
Ho buttato dieci mesi della mia vita nel
cesso,
non ho imparato nulla di utile ed ho ritardato la fine dei miei studi
"
-
Diego, Ho Finitooooooooo, it.sociale.obiezione, 14 agosto 1999
Quando visitate un museo o una mostra, provate a chiedere ai giovani che vedete fra gli inservienti se sono dipendenti, scoprirete che molti sono obiettori. Ecco il resoconto del Museo degli Uffizi rilasciato al distretto militare di Firenze:
"Gli obiettori vengono utilizzati in attività di informazione, didattica, guida ed accoglienza all’interno dei musei (guardaroba, ecc.). In prospettiva, qualora il ministero della difesa procedesse più velocemente con le assegnazioni, gli obiettori, come sottolinea il responsabile, potrebbero essere impiegati in servizi di informazione e guida nei musei. Inoltre anche presso gli uffici della soprintendenza ci sarebbe la possibilità di utilizzare gli obiettori, grazie ai quali si potrebbero completare i progetti di smaltimento di pratiche arretrate, e in questo caso sarebbero necessari obiettori esperti nell’uso del computer" 29..
E cosa importa se la legge vieta la sostituzione di personale e gli impieghi "burocratico amministrativi"! Per rimanere in Toscana, chi si occupa della "gestione di musei e aree archeologiche (con possibilità di mansioni da operaio)"? Ma gli obiettori! Nonostante la definizione pomposa di "gestione", in molte aree archeologiche minori gli obiettori fanno da guardiani (da soli), talvolta da guide e in qualche caso si occupano anche della manutenzione:
"Altri possibili campi d’impiego, ma ancora poco sperimentati, sono il lavoro in biblioteca e la manutenzione del giardino annesso al museo archeologico di via della Colonna"30.
Chissà se poi hanno fatto anche da giardinieri o se è rimasto un sogno del responsabile obiettori...
E cosa fanno gli obiettori al Museo di arte preistorica di Roma, il Pigorini? Ce lo racconta "Il Manifesto":
"Alcuni sono impegnati negli uffici, "a tutti gli effetti inseriti nell’organico" spiega Alfredo [un obiettore, N.d.R.]. Altri lavorano all’ufficio di accoglienza e a quello di vigilanza. Con quali mansioni? Dare informazioni e controllare le sale quando ci sono le visite di turisti o scolaresche"31.
Anche in questo caso si tratta di impieghi per i quali normalmente sarebbero stati assunti dei dipendenti. Subire questo sfruttamento ammantato di paroloni come "solidarietà" e "volontariato" è un’esperienza demoralizzante. Scrive Marco:
"Non ne posso più. Sono reduce da una domenica da obiettore: mi sono fatto le mie brave 6 ore chiuso in un museo civico come sostituto di un dipendente comunale regolarmente stipendiato. Lo sfruttamento della mia persona dura dal 21 febbraio e continuerà fino al 20 dicembre. Quanti soldi ha risparmiato il mio comune grazie al lavoro del sottoscritto che fino ad ora s’è fatto 12 domeniche in museo, 3 sabati per manifestazioni varie (montaggio palchi, transenne, presenziamento apertura biblioteca nuova) e OTTO mesi a sollevare scatoloni, a catalogare 3400 libri in computer, ecc.?? E gli altri 11 obiettori, quanti soldi fanno risparmiare al mio comune? Ora, alla luce della mia esperienza mi permetto di criticare tutti coloro che a destra, sinistra, centro, sopra, sotto continuano, imperterriti a reclamare il mantenimento di questo servizio INCIVILE considerandolo "un utile esperienza di socialità e umanità verso i più deboli" (quali deboli?)"32.
Lo sfruttamento infatti non avviene solo nei grandi enti, ma anche in quelli piccoli, come molti Comuni. "Think twice", il giorno prima di entrare in servizio, telefonò per avvertire del suo arrivo. Nonostante questa accortezza nel giorno stabilito sulla cartolina non trovò nessuno che sapesse dirgli cosa doveva fare. Cominciò a leggere un libro che, saggiamente, si era portato da casa. Dopo qualche giorno il responsabile torna dalle ferie e, dopo avergli fatto firmare orari e mansionari fittizi e avvertendolo che le licenze per gli esami universitari non gli sarebbero state concesse (nonostante la legge le preveda), lo indirizza verso il magazzino comunale:
"qui vengo accolto dagli operai (per fortuna tutta gente simpatica), mi danno la mia bella tutina arancio, un paio di scarpe antinfortunistica e via a fare il muratore!!! Tra i miei compiti, oltre a far malta, spaccar sassi e spostare sacchi di cemento da 50 kg, c’è lo sfalcio dei terreni comunali, la pulizia dei depuratori, quella delle fosse biologiche ed un sacco di altre interessanti attività, tutte rigorosamente illegali, a quanto pare. Da queste parti gli obiettori servono a far risparmiare soldi al Comune"33.
Sui "Fogli di collegamento degli obiettori", rivista dell’Aon, nel gennaio del 1998 si poteva leggere:
"Gli obiettori assegnati al Comune di Roburent (provincia di Cuneo), nei dieci mesi di servizio dovrebbero: operare in biblioteca, attrezzata tra l’altro di ben 300 volumi; prestare il proprio aiuto nella casa di riposo, chiusa da ben quattro anni; lavorare nell’ufficio turistico, che nessun obiettore ha mai visto. Nella realtà gli obiettori sono stati visti pulire le strade del paese, verniciare panchine, spalare la neve, rifare impianti elettrici e compilare le dichiarazioni I.C.I. Chi ha avuto da ridire sulle mansioni effettive e si è rifiutato di prestare tali impropie attività ha subito un trasferimento con contorno di lettere insultanti e offensive"34.
Per cercare di modificare la situazione, l’Aon dovette ricorrere a una interrogazione parlamentare, soluzione non certo alla portata di tutti gli obiettori.
Il Comune di Nembro, provincia di Bergamo, si ritrovò con 20 obiettori, troppi rispetto alle sue ‘esigenze’. Spiega Alberto Bergamelli, assessore ai servizi sociali:
"sapevamo che la Caritas si lamentava perché non riceveva abbastanza ragazzi. Così, dato che volevamo 12 o 13 persone, ne abbiamo chieste 20. Ce le hanno date tutte. Dove impiegarle?"
Quando la fantasia è al potere però, non ci sono limiti alle possibilità di impiego. A parte la sostituzione dei bibliotecari - un impiego abbastanza standard - gli obiettori a Membro vengono utilizzati in sostituzione dei vigili urbani, come misuratori di case e perfino come vigilantes. Racconta Enrico a "Il Manifesto":
"Molti di noi si sono ritrovati a dirigere il traffico davanti alle scuole per far attraversare le strade ai bambini. Il tutto senza il supporto del personale addetto. In pratica facevamo i vigili. Siamo anche stati inseriti nel progetto del settore sociale e culturale. Lavoro di assistenza, penserete. E invece no. Il nostro lavoro si riduceva a fare da autisti agli assistenti sociali che andavano a visitare gli anziani durante la giornata".
Ma non è finita qui. Il Comune di Nembro aveva avviato un programma di censimento del territorio attraverso le metrature delle case, un lavoro che va fatto da personale specializzato. Ma questo non ha evitato che per un periodo lo facessero soltanto gli obiettori:
"Ad ogni nuova mansione - continua Enrico - ci siamo lamentati con il nostro responsabile, ma non siamo arrivati a nulla. Anzi, abbiamo ottenuto solo minacce di trasferimenti in altre località o in altri uffici, con mansioni sempre più strane. Fino al lavoro notturno da sorveglianti. Inizialmente avremmo dovuto controllare che le luci di tutti gli appartamenti degli anziani di zona fossero spente ad una certa ora. Proposta che ufficialmente si è tradotta nel lavoro di controllo [...]. Secondo il nostro responsabile avremmo dovuto fare sorveglianza dalle 23.00 di sera fino alle 5.00 del mattino. Dovevamo camminare a piedi per le strade del comune e assicurare la tranquillità del paese durante la notte"35.
Ormai gli obiettori sono un elemento così consueto nelle pubbliche amministrazioni che nessuno ci trova più niente di strano, qualsiasi cosa venga loro fatta fare. Mancano i vigili o il personale del corpo di polizia municipale laureato? Cosa c’è di meglio di prendere qualche centinaio di obiettori, fra i quali ci saranno sicuramente laureati e altre persone competenti da far lavorare per 5.000 lire al giorno. Si devono assumere dei parcheggiatori? Perché mai, visto che ci sono gli obiettori. Si può leggere infatti su "La Nazione", cronaca di Firenze:
"Per risolvere la cronica carenza di personale del Corpo della polizia municipale, il governo di Palazzo Vecchio ha chiesto centocinquanta obiettori di coscienza da impiegare sulla strada. […] Il comandante Marco Seniga è stato incaricato di predisporre una bozza di regolamento per i nuovi vigilini, che ne stabilisca funzioni e attribuzioni. Il numero di 150 è stato deciso dal comando del corpo in relazione alle necessità della città. Firenze ha oggi 710 vigili, tra agenti e sottufficiali. Di recente è arrivato il nuovo vicecomandante, mentre mancano da sempre una quindicina di funzionari direttivi laureati (ex ottavi livelli). In compenso Palazzo Vecchio ha deciso l'assunzione di 28 nuovi agenti che saranno presi utilizzando la graduatoria del concorso svolto nel 1996 che aveva dichiarato idonei 353 partecipanti, assorbiti gradatamente dal comune. […] I vigili-obiettori si aggiungeranno ai 29 ausiliari del traffico dell'Ataf che controllano i percorsi degli autobus e ai 17 controllori della sosta della Firenze Parcheggi [una Società per Azioni. N.d.A.]". 36.
Gli obiettori vengono utilizzati in quasi tutti gli uffici pubblici, ma anche in istituzioni che dovrebbero essere lontane mille miglia dall’obiezione di coscienza, come per esempio le carceri. Dapprima gli obiettori sono stati impiegati nelle carceri minorili, come se i delinquenti minorenni fossero trattenuti con tecniche di difesa non violente, e senza l’uso della forza e delle armi. Su richiesta delle guardie carcerarie stesse (cronicamente carenti rispetto alla necessità), da qualche anno sono stati inviati anche nelle carceri normali. Negli istituti penitenziari minorili, nei ‘centri di accoglienza’ (cioè le carceri preventive per minorenni) gli obiettori sono in numero inversamente proporzianale agli ‘educatori’ (cioè all’aumentare dei primi, diminuisce l’assunzione dei secondi), e spesso anche alle guardie carcerarie stesse. Fab, per esempio, così descrive il servizio svolto, in un eloquente intervento intitolato Sostituzione di personale:
"Svolgo il servizio presso un centro di pronta accoglienza per minori, nonché comunità per minori; insomma, da noi vengono tutti i minori arrestati e alcuni rimangono dopo l’udienza preliminare dal giudice. I nostri compiti?? Tutto, dei veri e propri factotum [...] e fin qui non c’è da meravigliarsi, svolgiamo servizi di portineria, accompagnamento all’esterno dei minori, ecc...".
Si noti che quando Fab parla di "accompagnamento all’esterno" si tratta spesso di veri e propri trasferimenti di detenuti (anche se minorenni) ... affidati a obiettori di coscienza! Continua Fab:
"La sostituzione del personale è all’ordine del giorno; poiché nell’ente sono presenti degli agenti di polizia penitenziaria di numero inferiore al necessario, noi svolgiamo servizi di portineria da soli, oppure passiamo le notti con gli educatori ed i ragazzi della comunità occupandoci della portineria [...] ma sempre da soli. È peraltro vero che in caso di minori arrestati gli agenti vengono subito richiamati in servizio, ma è altrettanto vero che è capitato che un obiettore si trovasse in servizio con un ragazzo arrestato e senza agente"37.
La sostituzione di personale comunque non è endemica solo negli enti pubblici, ma anche - ovviamente - in quelli privati che non sono da meno nello sfruttare la possibilità di usufruire del lavoro servile degli obiettori. Giacomo per esempio era stato assegnato a una cooperativa il cui compito era assistere gli anziani:
"Stamattina armato di buone intenzioni mi sono presentato all’ente, e costoro mi hanno portato con una macchina su una collina alle spalle del paese, dove di vecchi non c’era traccia e dove per quasi 5 ore ho dovuto zappare la terra, dissodare il terreno, inchiodare una staccionata. Questo posto viene utilizzato da non so quale persona che fa parte della cooperativa come parco giochi per i bambini, a cui viene fatto pagare un biglietto all’ingresso di lire 5000. Quando mi sono alla fine lamentato della palese illegittimità di ciò che mi avevano fatto fare, sono stato aggredito verbalmente subendo intimidazioni camorristiche (tu non creare problemi a noi e noi non te li creiamo a te) e insulti. Il piano d’impiego non sanno neanche cosa sia. [...] adesso ho un mal di schiena esagerato (sono uno studente e non ho mai preso una zappa in mano)"38.
Simone, che in passato aveva fatto volontariato - e che continua a farlo anche dopo la brutta esperienza del servizio incivile - venne mandato in una pubblica assistenza della sua città.
"Tutto ebbe inizio quando entrati in servizio io ed i miei colleghi ci rendemmo conto che molte delle aspettative che nutrivamo vennero disattese dall’accoglienza che ci fu fatta. La responsabile degli obiettori dello stesso ente appoggiata dal vice presidente del medesimo ci disse chiaramente che bando alle discussioni ed ai buoni propositi noi per l’ente non eravamo altro che un investimento economico che nel corso dei seguenti 10 mesi avrebbe dovuto fruttare in termini di servizi svolti e perciò di denaro"39.
Anche se molte associazioni hanno scoperto a poco a poco le attrattive dello sfruttamento degli obiettori quali manodopera servile, ce ne sono diverse che li prendono proprio con questo scopo. È il caso, ad esempio di un’associazione calcistica presso cui venne mandato a fare servizio Davide, primo obiettore presso quest’ente. Poiché Davide stava facendo praticantato come commercialista, chiese di poter fare le sue 6 ore di pomeriggio. In cambio di questa ‘concessione’ sull’orario, gli venne imposto di rinunciare al vitto e all’alloggio. Così Davide per raggiungere il luogo di servizio doveva fare ogni giorno oltre 100 chilometri fra andata e ritorno. I compiti che gli vennero assegnati erano i più disparati: custode, giardiniere, segretario, autista, manovale ecc. Prima che Davide arrivasse, alcune persone lavoravano ‘in nero’ per l’associazione, ma mentre lui imparava un mestiere, questi lavoratori venivano licenziati. Secondo i calcoli di Davide, in poco tempo quest’ente arrivò a risparmiare 5 milioni al mese, grazie al suo lavoro coatto. Ovviamente anche la sua qualifica di commercialista fu messa a frutto da quest’ente che - fra le altre cose - non si sognava neanche di anticipare la paga come era tenuto a fare. Davide infatti non è mai stato pagato, né tantomeno è stato assicurato contro gli infortuni, nonostante sia obbligatorio per legge.
"Ieri stavo segnando le linee del campo da calcio con una vernice bianca, io gli chiedo se in futuro è possibile avere un paio di scarpe perché non mi sembrava giusto che io debba pure rimetterci i miei indumenti, il responsabile mi risponde che devo portarmene un paio di vecchie da casa che lui non è tenuto a fornirmi nulla, che io sono lì per lavorare per lui gratis, che agli obiettori andrebbe bene fargli fare prima un mese di naja e poi il servizio civile così impareremmo cosa vuol dire veramente fare il militare. MA TI SEMBRA POSSIBILE CHE IO SIA LÀ A LAVORARE PER LUI E LUI DENIGRA LE MIE SCELTE MORALI? NON È COLPA MIA SE HO SCELTO DI FARE L’ODC PER AIUTARE CHI NE HA BISOGNO, E INVECE SONO LÀ AD ARRICCHIRE CHI LO È GIÀ"40.
Lo sfruttamento non sempre avviene tramite minacce e non sempre i responsabili si comportano da aguzzini. Il più delle volte gli obiettori vengono spinti a sostituire personale di fronte all’oggettiva situazione di sfacelo dei nostri servizi sociali. Per esempio Emiliano fu mandato a fare l’insegnante di sostegno, in evidente sostituzione di personale:
"Ho iniziato il servizio a scuola e devo dire che i ragazzi sono adorabili: in due giorni mi sono già affezionato. Credo che il comune giochi un po’ su questo: nessuno con un attimo di sensibilità rifiuterebbe di aiutare questi ragazzi!"41.
La situazione di emergenza cronica in cui versa il sistema dell’assistenza del nostro paese, fa sì che generazioni di obiettori si assumano responsabilità che non competerebbero loro:
"per assistere gli handicappati ci si arrangia collaborando un po’ tutti, oppure questi restano senza assistenza e allora anche per una questione di coscienza ci si va e il servizio lo si svolge lo stesso, anche a rischio qualche volta di responsabilità proprie (tu te la sentiresti di mollare per questioni tecniche un handicappato che per fare i bisogni e l’igiene personale aspetta l’arrivo degli obiettori che lo sollevano?)"42.
E già, proprio su questo ricatto che si mantiene l’intero sistema; gli eventuali ricalcitranti possono essere sottomessi con i poteri coercitivi che la legge dà ai responsabili degli enti. Quando non sono gli utenti, possono essere i dipendenti a rimetterci, e così facendo leva sul grande senso di responsabilità della maggior parte dei giovani italiani, il servizio va avanti :
"Protestare contro le mansioni? Significherebbe fare dispetti a quei poveri cristi di dipendenti (amici nostri), che dovrebbero fare servizio da soli. Non sbarellare per protesta significa che il dipendente deve farlo da solo. Il servizio funziona lo stesso"43.
Gli esempi di mansioni illegittime potrebbero continuare per ore, ma vorrei concentrarmi su alcuni casi più evidenti, e più frequenti: le case di riposo, le cooperative sociali e l’assistenza ai disabili.
Qualcuno forse si stupirà di non trovarci le ambulanze, ma a questa gravissima situazione, ho dedicato un capitolo a parte.
[...]
29) Soprintendenza Beni Artistici e Storici per le provincie di
Firenze e Pistoia, note contenute nell'elenco del Distretto Militare di Firenze.
30) Soprintendenza Archeologica della Toscana, note contenute nell'elenco
del Distretto Militare di Firenze
31) Obiettori sì, masochisti no, di Tiziana
Barrucci, "Il Manifesto", 19/01/2001
32) Marco Cantini, "abolisci-leva",
mailing list di NGNU, 15 ottobre 2000.
33) Messaggio personale
all'autrice.
34) Associazione Obiettori Nonviolenti, Fogli di collegamento
degli obiettori, febbraio 1998
35) Tiziana Barrucci, La Testimonianza "...E
poi ti ritrovi a fare il vigilantes", "Il Manifesto" 19/01/2001
36) Obiettore
con licenza di multa, ne servono 150, "La Nazione", 7 agosto 2000.
37) FAB,
Sostituzione di personale, it.sociale.obiezione, 3 maggio 1999
38) Messaggio
personale all'autrice 25 marzo 1999.
39) Simone, testimonianza resa
all'autrice, 24 febbraio 1999
40) Messaggio personale all'autrice, 24 agosto
2000.
41) Messaggio personale all'autrice, 2 febbraio 1999
42) Messaggio
personale all'autrice, 7 ottobre 1998:
43) Messaggio personale all'autrice,
12 maggio 2000.